Spesso apatia e solitudine sono correlati, con la prima essendo una conseguenza della seconda.
L’apatia infatti è una condizione psicologica caratterizzata dall’assenza di reazioni emotive di fronte agli eventi della vita e da una riduzione evidente di qualsiasi tipo di interesse e spesso è legata a stati minori di depressione e solitudine.
Come combattere la solitudine
Uno dei problemi più grandi che affligge la società moderna è la solitudine. In questo articolo voglio spiegarti come affrontare la solitudine e superare l’ansia che ne deriva.
Come sappiamo bene, l’uomo è un animale sociale e come tale le relazioni sono uno dei nostri bisogni principali. Quasi al pari di acqua e cibo.
Per tanto coltivare le relazioni interpersonali dovrebbe essere una priorità. Stranamente però, sembra che abbiamo dimenticato questa parte di noi. Come è intuitivo pensare, coltivare le relazioni non è mai stato un problema. Fin dai primi passi per l’uomo, senza una società nulla era possibile. La sopravvivenza dipendeva dagli altri -prima dai genitori, poi da amici e membri della “tribù”- ed era impossibile vivere in isolamento completo.
Oggi, a causa della tecnologia, questa necessità è venuta meno ed è assolutamente possibile sopravvivere senza contatti con altri individui. Un cambiamento ancora più profondo è stato quello delle telecomunicazioni prima e dei social network poi, che rendono l’illusione di avere delle relazioni con gli altri, ma che mancano delle componente più importante, ovvero della presenza fisica degli altri.
Questi cambiamenti hanno generato una società in cui siamo sempre più connessi ma allo stesso tempo sempre più isolati e tante persone sentono sulla loro pelle la sofferenza.
Quali soluzioni è possibile adottare? Voglio proporvi due alternative, la prima più pratica e la seconda dedicata a quelli che hanno iniziato un percorso spirituale.
Dal punto di vista pratico, occorre tenere bene a mente che mentre prima non era necessario impegnarsi direttamente per mantenere i rapporti sociali perché costretti a fini di sopravvivenza, oggi la socialità deve essere considerata come una priorità e richiede uno sforzo attivo.
Cercate quindi di mettere nella vostra lista delle cose da fare incontri fisici con le persone a cui tenete; trovate il tempo per sentire anche telematicamente quanto più possibile amici, famiglia e partner; letteralmente create un calendario per i rapporti sociali; siate attivi nella ricerca di nuove relazioni per trovare persone compatibili con voi.
Questo secondo punto è dedicato a chi ha iniziato un percorso spirituale. Se siete tra questi, quello che dovete tenere a mente è che non siete mai soli. In quanto parte dell’universo, la presenza del tutto è sempre con voi. Potete quindi rivolgervi all’interno per trovare conforto. Fatto questo atto di fede, troverete che la solitudine è sempre stata solo un’illusione di separazione.
Come combattere l’apatia
Uno dei livelli di consapevolezza più bassi e pericolosi è quello dell’apatia. Per apatia intendo uno stato in cui l’energia vitale non viene utilizzata in funzione di un obiettivo ma rimane “inerte.”
Tipico di questo stato sono atteggiamenti come l’indifferenza e la noncuranza di quello che ci succede attorno. Si tratta di un livello estremamente pericoloso perché le energie emotive (x = fuori + movere = muovere) sono represse.
Senza questi stimoli interni non si riesce ad affrontare la vita con volontà e apertura. Vivere diventa sopravvivere.
In questa dimensione spirituale, che può apparire esteriormente come depressione, la forza vitale viene continuamente drenata e la spirale è sempre negativa. Ovvero, uscirne è molto difficile.
Come affrontare e superare questo stato?
In primo luogo, occorre rendersi conto che la causa non è l’assenza vera e propria di emozioni (è impossibile non provare nulla) quanto la costante repressione delle emozioni negative.
Quando il peso delle emozioni negative come paura e dolore è troppo forte, il meccanismo di protezione dell’ego tende ad anestetizzare queste sensazioni per sfuggire alla sofferenza.
Questo significa che per uscirne occorre salire ad un livello di consapevolezza superiore, che non deve essere necessariamente positivo ma è sufficiente che sia più carico di energia psichica e spirituale. Nella maggior parte dei casi, questo implica fare i conti con il dolore che abbiamo represso per lungo tempo.
In questo senso, “aprire il rubinetto” emotivo ed essere disposti ad accettare la sofferenza con un atto di volontà è l’unico strumento in grado di alterare lo stato di apatia.
Vale la pena considerare, inoltre, che non è necessariamente vero che l’apatia sia associata solo a sintomi patologici come la depressione (in quel caso parliamo di un estremo). Infatti, quasi tutti hanno un’area della propria vita dove l’eccessiva repressione è sfociata in apatia: forse hai rinunciato alle relazioni, forse a trovare la sicurezza in te, oppure ai soldi.
In ogni caso, il processo è lo stesso: un atto di volontà per fare i conti con l’insoddisfazione ed il dolore da essa generato, ed essere disposti ad affrontare la sofferenza al fine di risolverla.